Questo articolo è stato scritto dalla mia cara amica Francesca, fotografa e giornalista da 22 a NY. Lascio la parola a lei.
Lorenzo Maria Dell’Uva è l’autore del recentissimo “La corsa infinita. La guida completa alla New York City Marathon: la storia, la gara, le info, i consigli e le curiosità sulla maratona più famosa del mondo”, il solo vademecum che si rivolge agli italiani che i primi di novembre in moltissimi (l’anno scorso erano oltre 3200), si trovano ad affrontare la Grande Mela in occasione della grande gara.
Quello dei nostri connazionali è il gruppo più numeroso, secondo solo agli USA stessi.
Il libro è una miniera di itinerari, consigli, affettuose esortazioni, interviste con illustri runner, strategie di gara, ma soprattutto è una dichiarazione d’amore per la città in cui Dell’Uva ha scoperto la corsa.
Abbiamo chiesto all’autore la descrizione del Miglio 13, e abbiamo illustrato in una gallery i locali che lui frequenta e consiglia – lista significativa in quanto questo quartiere è arcinoto proprio per il senso di community che in altre parti più inflazionate di Brooklyn si è oramai perso. Qui no, qui a un passo dai pierogi di Karczma ci sono le brioche di Bakeri e i cappuccini di Odd Fox, preparati con il caffè di Parlor!
Ecco i dieci posti consigliati dal brooklynite d’elezione Lorenzo Dell’Uva:
Troost
Esme
Brooklyn Label
Lobster Joint
Bakeri
Odd Fox
Ott
Sweetleaf Coffee Roasters
Karczma
E per i runner tra di voi ecco un brano tratto dalla sezione del libro in cui la corsa è narrata miglio per miglio:
Miglio 13
Ogni chilometro di questa gara è speciale. Ma alcuni chilometri sono “più speciali” di altri, Per me — e mi si conceda un nota strettamente personale — è proprio questo.
Questo tratto del percorso, che collega Williamsburg a Greenpoint, attraversa il “mio” quartiere. Le strade, i negozi, le persone che i runner vedono scorrere lungo Manhattan Avenue (l’arteria commerciale di questa zona) sono i miei luoghi di (quasi) tutti gli allenamenti quando sono in città. Difficile descrivere come correre in queste medesime strade nel giorno della maratona sia, allo stesso tempo, diverso ed uguale. Il quartiere è vestito a festa anche qui. Ma l’atmosfera è esattamente quella tipica di questa zona: pace, relax e tanto entusiasmo in un quartiere che, negli ultimi anni, si contende lo scettro di zona più upcoming addirittura con la celeberrima Williamsburg.
Un tempo enclave assoluta della comunità polacca a New York, negli ultimi anni Greenpoint si è trasformata in maniera sostanziale. Le insegne dei ristoranti e dei negozi fanno ancora trasparire l’anima mitteleuropea, ma inesorabilmente si vanno mescolando con culture ed immigrati di tutto il mondo.
Greenpoint è il quartiere più a nord di Brooklyn. Dopo aver lasciato Manhattan Avenue, voltando a destra su Greenpoint Avenue (e la omonima fermata della “famigerata” metro G), i runner si ritroveranno, voltando a sinistra, su McGuinness Boulevard. Un rettilineo, lungo qualche centinaio di metri, che porta verso un piccolo ponte in lontananza.
Mentre si punta verso il Pulaski Bridge, le strade che qui si susseguono hanno nomi che scorrono in ordine alfabetico… Kent, Java, India, Huron, Green, Freeman, Eagle, Dupont, Clay, Box ed Ash. Uno scioglilingua in salsa Greenpoint. E gradualmente i runner cominciano la loro salita sul ponte mobile dedicato al generale polacco Kazimierz Pułaski, che solo nel 2019 si è scoperto che in realtà potesse essere una donna. Dal ponte, per la prima volta in tutta la gara, si potrà ammirare (era ora!) il panorama di Manhattan con l’Empire State Building ed il Chrysler Building in bella mostra. La vista è maestosa, ma spesso, soffia un bel vento teso che si infila nel sottostante canale Newton Creek.
Vi siete incuriositi sulle altre miglia..?
Il resto lo trovate qui:
www.maratona.nyc