Il 25 maggio, il video dell’omicidio di George Floyd diventava virale.
Le immagini raccapriccianti ritraggono un poliziotto bianco – Derek Chauvin – che con la complicità dei colleghi Thomas Lane, J. Alexander Kueng e Tou Thao spinge il ginocchio sul collo di un uomo di colore per 8 minuti e 46 secondi provocandone prima il soffocamento poi l’arresto cardiaco.
Nel video ricostruito dal NYT, si vede chiaramente cosa sia successo e le bugie raccontate poi dopo dai poliziotti per coprire l’omicidio.
George è sdraiato a terra, in manette, e urla ” I can’t breathe man, please“. Ripete questa frase per almeno 16 volte in meno di 5 minuti prima di perdere coscienza. I testimoni implorano Chauvin di togliere il ginocchio dal collo di George e di controllarne il battito cardiaco… vengono ignorati.
Sono immagini disturbanti e strazianti. L’ennesimo omicidio commesso dalla polizia bianca nei confronti di un nero.
George Floyd è stato fermato e ucciso per aver usato una banconota falsa da $20 per comprare un pacchetto di sigarette.
Torna di nuovo alla luce – per noi bianchi, le persone di colore vivono quest’incubo quotidianamente – il razzismo che facciamo finta di non vedere; il cancro su cui è basata l’America.
Anch’io, che vivo a NYC da 13 anni, non sono mai riuscita a comprenderlo e non sarò mai in grado di farlo.
Pensate se quell’uomo costretto a terra fosse stato vostro figlio, fratello o padre…
Alla vista di quelle immagini mi si è stretto il cuore, sono andata in panico e nelle lacrime mi si è bloccato il respiro. Mi è bastato un istante per capire profondamente la paura insita di ogni mamma e moglie di un uomo di colore: il terrore di non poter vedere il proprio figlio la sera perché fermato o ucciso ingiustamente dalla polizia.
Solo che nel mio essere privilegiata in quanto bianca non mi è mai neanche passato per la testa che questo potesse mai succedere. Ho avuto la fortuna di non dover affrontare quest’ansia TUTTI I GIORNI e ogni momento della mia vita.
Il sistema americano non funziona: esistono due mondi paralleli, uno per i bianchi ed uno per i neri.
Ci sono due sistemi educativi: le tasse di proprietà vengono ridistribuite alle scuole pubbliche in base al quartiere in cui si trovano. Le scuole pubbliche nei quartieri residenziali ricevono 3 volte i fondi di quelle dei quartieri poveri. Ecco perché solo chi già risiede in un quartiere ricco può permettersi di studiare, andare al college e fare carriera. Le pari opportunità non esistono.
Esiste una profonda ineguaglianza e ingiustizia nel sistema giudiziario: nonostante la popolazione di colore sia solo il 12.1% di quella americana, gli afro-americani fermati dalla polizia sono il doppio dei bianchi a causa del Racial Profiling. Se si è ricchi poi si può pagare la cauzione, altrimenti si rimane in prigione fino al processo e il 97% (!!!) dei casi viene risolto non davanti al giudice ma patteggiando: non avendo i soldi per potersi difendere è meglio dichiararsi colpevoli (anche di crimini non commessi) per poter passare meno tempo in prigione, e una volta usciti si ha la fedina penale sporca e si perde il diritto di voto.
Per capire meglio il razzismo e l’ingiustizia sociale americana, vi consiglio assolutamente di guardare il documentario “13th” e la serie TV “When They See Us“.
Di fronte all’ennesimo omicidio di un innocente, si scende in strada per urlare giustizia: BLACK LIVES MATTER.
Credo ci siano tantissime persone che abbiano scelto di fare i poliziotti per proteggere la gente, e qualcuno di loro si inginocchia insieme ai partecipanti e chiede che giustizia sia fatta.
Il fatto che la polizia venga addestrata in maniera militare e che gli abusi di potere e la violenza contro gli afro-americani vengono poi giudicati all’interno della polizia stessa non funziona. C’è bisogno di una riforma!
E come la gente scende a protestare, si scatenano anche atti di vandalismo e saccheggi che lasciano le persone indignate. Qualcuno suggerisce che ad indignarsi siano di nuovo i bianchi, che si nascondono dietro i propri privilegi:
“Si continua a dire che sia orribile che sia stato ucciso un uomo di colore ma che il vandalismo debba finire… provate a riformulare la frase dicendo che sia orribile che si distruggano le città ma che si deve smettere di uccidere uomini innocenti!”
La verità è che la maggior parte dei protestanti esprime la legittima frustrazione di un sistema che non funziona in maniera pacifica.
È la minoranza ad essere violenta e pare siano crimine organizzato e gruppi anarchici ad approfittarsi delle manifestazioni per creare caos e saccheggiare negozi.
A Brooklyn i protestanti si sono addirittura schierati davanti al negozio di Target per evitare che venisse saccheggiato e gli atti di vandalismo sono stati denunciati sia dal fratello di George Floyd che dagli organizzatori delle proteste.
Some protestors in Brooklyn calling to loot the Target, but organizers are rushing in front of the store to stop them, keep things non-violent #nycprotest pic.twitter.com/6x70cpcjep
— Andrew Solender (@AndrewSolender) May 31, 2020
Trump spera di poter strumentalizzare questi atti vandalici a suo vantaggio ed è così che durante il discorso del 1 giugno, mentre annunciava un nuovo regime di “Law and Order”, dichiarando di attivare la forza militare per il controllo delle proteste, dava l’ordine all’esercito di lanciare lacrimogeni e sparare pallottole di gomma ai PROTESTANTI PACIFICI per poterli disperdere… ha infatti attaccato i civili presenti per posare con “UNA bibbia” (così ha risposto ad un reporter che gli chiedeva se fosse SUA) davanti alla Chiesa Episcopale di fronte alla Casa Bianca.
Le proteste continuano, nonostante il coprifuoco, mentre il Governatore di NY rifiuta l’intervento militare. Noi continuiamo a chiedere GIUSTIZIA.