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9 Commenti

  1. LA STORIA DI ALFREDO DI LELIO E DELLE SUE “FETTUCCINE ALL’ALFREDO” NOTE IN TUTTO IL MONDO
    Siamo i nipoti di Alfredo Di Lelio, creatore delle fettuccine all’Alfredo. Vi raccontiamo la storia di nostro nonno.
    Alfredo Di Lelio aprì il ristorante “Alfredo” nel 1914 in un locale di Via della Scrofa, dopo aver lasciato il suo primo ristorante condotto con la madre Angelina a Piazza Rosa (piazza scomparsa nel 1910 a seguito della costruzione della Galleria Colonna/Sordi). In tale locale si diffuse la fama, prima a Roma e poi nel mondo, delle “fettuccine all’Alfredo”. Nel 1943, durante la guerra, Di Lelio cedette il ristorante a 2 suoi collaboratori.
    Nel 1950 Alfredo Di Lelio decise di riaprire con il figlio Armando (Alfredo II) il suo ristorante a Piazza Augusto Imperatore n.30 “Il Vero Alfredo”, che è gestito oggi dal nipote Alfredo (lo stesso nome del nonno), con l’aiuto di sua sorella Ines (lo stesso nome della nonna, moglie di Alfredo Di Lelio, cui furono dedicate le fettuccine).
    In conclusione il locale di Piazza Augusto Imperatore è quello che segue la tradizione familiare di Alfredo Di Lelio e delle sue note fettuccine (cfr. anche il sito di Il Vero Alfredo).

  2. We are the grandchildren of Alfredo Di Lelio (Alfredo and Ines Di Lelio). The story is this. Alfredo di Lelio opened the restaurant “Alfredo” in Rome nel 1914, after leaving his first restaurant run by his mother Angelina Rose Square (Piazza disappeared in 1910 following the construction of the Galleria Colonna / Deaf). In this local fame spread, first to Rome and then in the world of “fettuccine all’Alfredo”. In 1943, during the war, Di Lelio gave the local to some of his collaborators.
    In 1950 Alfredo Di Lelio decided to reopen with his son Armando (Alfredo II) his restaurant in Piazza Augusto Imperatore n.30 “Il Vero Alfredo” (up to 1990 “L’Originale Alfredo”), which is now managed by his nephew Alfredo (grandfather of the same name), with the help of his sister Ines (the same name of his grandmother, wife of Alfredo Di Lelio, which were dedicated to the noodles).
    In conclusion, the local Piazza Augusto Imperatore is following the family tradition of Alfredo Di Lelio and his notes noodles (see also the site of “Il Vero Alfredo”)

  3. Dal punto di vista di uno che a vissuto negli Sates molti, MOLTI anni, bisogna mitigare un po’ l’indignazione di Erika. Lei si riferisce a “ristoranti Italiani” che non sono sempre stati Italo-americani, offrendo la cucina che gli immigranti ed i loro discendenti hanno forgiato in un paese in cui la disponibilita’ di materie prime necessarie ad una degna cucina essenzial mante noe esistevano. Non e’ cucina ricinoscibile come italiana, certo non ad un italiano. Ma la situazione e’ ben diversa oggi.Ci sono ristoranti italiani degni del nome (non ne faccio). Benche’ gli autentici sapori ancora spesso sfuggano ai cuochi all’italiana, il livello della loro cucina e’ altissimo, alla pari con quelli “francesi”, sempre inteso che una cucina trapiantata non puo’ non essere diversa da quella originale. Parlo di livello di qualita’ della preparazione, che raggiunge quello d’oltre oceano. Se poi parliamo di pizza, pur sapendo che chiunque in Ita;ia si consideri un esperto, mi qualifico per le mie origini napoletane, ed asserisco che trovo p[iu’ facilmente una pizza accttabile a New York che a Napoli. Eccetto per Michele e Trianon, non c’e un pizzaiolo a Napoli che la faccia meglio di Keste’. Ed aggiungo che e’ molto piu’ facile reperire ingredienti qui che in Itlaia, eccezzione fatta per Roma e Milano. Non si discute che la qualita’ e varieta’ regionali in Italia sino ineguagliate. Ma gridare “Aiuto” a New York sembra un po’ esagerato oggi. Noi parliamo poi di caffe’…

  4. Madò,vogliamoparlare di spaghetti meatball?o di macaroni and cheese?Sono convinti tutti(italo americani compresi) che in italia mangiamo gli spaghetti al sugo con le polpette dentro,le fettuccine alfredo e la pasta scotta con un formaggio solubile.
    Aiutooooo. e il bello è che a little italy le servono tutti i ristoranti sta robaccia scotta e insapore,e la gente mangia e sorride e si sente chic che ha mangiato italian style..Lol

  5. il piatto originale (eccezionale!) continua ad essere servito al Ristorante Il Vero Alfredo a Piazza Augusto Imperatore, a Roma, dove c’é il nipote di Alfredo Di Lelio, anche lui con lo stesso nome del nonno.
    E’ bene informare gli americani.

  6. laura per il viaggio andròanche io a los angeles ,ma voi avete girato?perchènon ci racconti qualcosa in più?

  7. In genere quando vado all’estero non prendo MAI piatti italiani, nè pasta nè pizza nè altro. Non la mangerei cmq buona come a casa, e poi mi piace provare la cucina locale
    😉

  8. sono d’accordo con te Paolo… La nostra cucina è invidiata in tutto il mondo, lasciamo le cose così, anche se a volte è davvero difficile quando ti presentano la pasta più che scotta e poi ti chiedono: buona???

  9. No dai,lasciamoli nell’ignoranza culinaria,se imparano pure a far da mangiare non ce n’è più per nessuno!

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