È la messa in scena di una vibrante comunità di immigrati (prima e seconda generazione) che vive a Washington Heights, quartiere in cui il caffè della bodega d’angolo è dolce e leggero, le finestre sono sempre aperte e la brezza porta con se il ritmo di tre generazioni di musica.
Lo spettacolo si apre sulla vista del ponte di George Washington. È il 3 luglio, giorno precedente alla celebrazione della festa d’Indipendenza, ed è previsto molto caldo. La scena è fissa, e tutto ruota attorno a pochi punti di riferimento:
– La Bodega, locale di Usnavi (aiutato dal cugino Sonny), che vende café con leche e giornali ma che è soprattutto scenario dei sogni e delle storie di tutto il vicinato.
– Rosario’s Car Service, servizio taxi della famiglia Rosario in cui lavora Benny (in attesa di una promozione)
– Il salone di bellezza di Daniela, che presto chiuderà e si sposterà nel Bronx a causa dell’aumento dell’affitto, in cui la proprietaria e le due ragazze che vi lavorano passano il tempo a raccontarsi pettegolezzi…
La trama, come quella di ogni musical, è veramente semplice e lineare, eppure fa piangere, emozionare e sognare 🙂
Abuela Claudia, donna cubana che è il punto di riferimento un po’ per tutti nel quartiere, sogna un giorno di poter tornare nella sua terra. Lo stesso vale per il giovane Usnavi, che è stato cresciuto da Abuela attraverso la narrazione di centinaia di storie su gente, colori e sapori della propria terra madre. Ritornare alla terra d’origine per Usnavi, è un percorso per riscoprire nella propria identità il proprio io.
Anche Nina, figlia di Kevin e Camila Rosario, torna nel quartiere in cui è cresciuta per ritrovare se stessa. Ha perso la borsa di studio all’università di Stanford in California, e non sa come affrontare il fallimento. Lei ha sempre studiato tanto, fin da bambina, ma poiché ha dovuto lavorare per potersi mantenere, i suoi voti sono peggiorati e ha perso la scholarship. La cosa più difficile per lei è affrontare il padre, che per primo era fuggito al suo destino di contadino emigrando in America, e anche per questo motivo ripone tutte le sue aspettative nel futuro della figlia. La rivelazione ai genitori sconvolge la pace famigliare…
Intanto Vanessa, che lavora nel salone accanto alla Bodega, deve risolvere i suoi problemi con ConEdison: non ha pagato la bolletta perché la madre ha speso tutti i soldi nell’alcol e ora le hanno staccato l’elettricità. Vorrebbe tanto potersi trasferire nel West Village in un piccolo monolocale tutto suo.
Daniela (la parrucchiera, proprietaria del salone) scherza con Vanessa sulla cotta che Usnavi ha per lei, e con Nina a proposito di Benny e a quel punto Nina confessa anche a loro il suo ritiro dall’università… ma la notizia più importante del giorno è che qualcuno del quartiere ha vinto la lotteria: 96 mila dollari!!
Tutti hanno sogni e progetti legati alla vincita 🙂 ma nessuno sa che è Abuela Claudia la fortunata. Ormai anziana, ricorda il suo viaggio da Cuba a NY, nel 1943, in cui la madre non faceva che ripeterle di aver pazienza e fede (Paciencia y Fe).
È il 4 luglio, e tutti stanno festeggiando la festa d’Indipendenza quando Kevin Rosario dichiara di aver venduto il business di famiglia per pagare gli studi alla figlia, e si scatena il finimondo.
La moglie è arrabbiata perché non è stata minimamente presa in considerazione nella sua decisione (e sa benissimo che il marito ha ceduto ad un’offerta molto svantaggiosa pur di avere il denaro necessario per le rate scolastiche), Benny (il dipendente) è deluso e amareggiato per aver perso il lavoro su due piedi dopo ver investito tanto per ottenere la promozione e Nina (la figlia) esplode per la frustrazione… come se non bastasse avviene il blackout. Nina segue Benny nel locale in cui scappa per sfogare la sua rabbia ballando, e tra i due scatta qualcosa 😎
Il giorno dopo Usnavi si accorge che la sua Bodega è stata distrutta dai teppisti e Abuela gli suggerisce di utilizzare la somma della vincita per partire insieme per la Repubblica Domenicana…
Non voglio dirvi di più per non rovinarvi il secondo atto ed il finale. Sono certa sarà facile capire la storia anche senza sapere l’inglese alla perfezione 😉
quando arrivo mi farò vivo io 🙂
Ciao Laura (socia di Elena 😉 e Luca
Verrò a NY il 1/11/10 e verrò a vedere il musical che sembra carino da quello che hai scritto.
In valigia metterò un pacco di pasta Barilla (spaghetti). Se vi serve vi porto una confezione per ringraziarvi dell’articolo 🙂
😀 ma che mito che sei!!!!!!!!! Io, di fronte a qualsiasi prodotto culinario italiano (e anche non, in realtà), non mi tiro mai indietro!!! hahahhahah!!! GRAZIE MILLE!!!!!! 🙂
Ti attenderemo a braccia aperte! Ok, in verità, ti aspetteremmo a braccia aperte anche senza spaghetti, non preoccuparti 😉
Facci sapere quando arrivi! BUON VIAGGIO!!! baci, L
Io ero sinceramente un po’ scettico, ma mi sono dovuto ricredere! E’ proprio uno spettacolo bellissimo!