31 ottobre 2012. Halloween?!
Ieri mattina alle 10 sono uscita di casa (Boerum Hill, a Brooklyn) e ho attraversato tutta la città a piedi fino ad arrivare a Columbus Circle, 59th street a Manhattan.
La metropolitana ancora non funzionava e l’alternativa di autobus o taxi era impensabile volendo arrivare in tempo a desinazione, senza contare che mi sarebbe costato una fortuna vista la distanza e il traffico. A piedi ho impiegato poco più di un’ora ad arrivare e ho potuto constatare di persona, documentando con parecchie foto, la situazione attuale di Manhattan.
Mi sarei volentieri risparmiata la camminata del ritorno, soprattutto nel buio pesto di downtown, ma non sono riuscita a trovare alcun taxi che mi caricasse.
Alla fine ho apprezzato anche l’aver camminato da sola per quelle strade, in quella strana e spettrale atmosfera che si respirava nel blackout.
Dal ponte di Brooklyn, la città era ancora sovrastata da grandi nuvoloni neri, che col sole alle spalle rendevano la vista più drammatica.
Sotto di me, il traffico BLOCCATISSIMO di auto e taxi, insieme a me sul ponte, oltre ai pochi turisti che scattavano foto, c’era gente che da Manhattan si stava spostando con la valigia da amici o in alberghi a Brooklyn per godere di elettricità ed acqua calda e in tantissimi correvano… non sarà certo l’uragano a fermare gli atleti!
Da metà ponte a Union Square sono rimasta senza alcun segnale telefonico.
Non c’era nessuno in giro per le strade, neppure a Soho, e l’unico “paesaggio” era quello di alberi per terra e negozi ancora sbarrati o danneggiati.
Tutta la parte a nord di Union Square, su 17th street, era occupata dai furgoncini della Con Edison (impresa elettrica locale) e in molti ne hanno approfitato per telefonare. Probabilmente si trattava i quelli che, come me, arrivavano da sud e ricevevano per la prima volta il segnale perché, proseguendo poi verso nord, poi non l’ho più perso.
Da lì in poi i semafori avevano ripreso a funzionare e questo mi ha fatto (erroneamente) pensare che fosse stata ripristinata la corrente: tornando indietro la sera ho poi scoperto che la zona era ancora completamente al buio.
A 26th street il primo Starbucks aperto: potete immaginare la ressa di gente e le “lotte” alla conquista di una qualsiasi presa della corrente 😎
Da 34th street in poi mi affacciavo ad una realtà completamente diversa: il disagio era arrecato solo dalla chiusura di parecchi negozi per via della mancanza dei dipendenti, probabilmente “intrappolati ” fuori Manhattan e i turisti si davano allo shopping sfrenato; Macy’s era aperto.
A Times Square si vedevano i segni dei vari cantieri, ma le sue luci, che non si sono spente neppure per un attimo anche durante il passaggio di Sandy, e la quantità di gente in giro, facevano domenticare per un attimo che fosse mai successo qualcosa… Anche molti degli spettacoli a Broadway erano di nuovo in scena, con tanto di fila davanti a TKTS per i biglietti scontati.
L’area attorno a 57h street e 7th Avenue è stata recintata per proteggere i passanti dal “pericolo gru” che ha disseminato il panico la notte della tempesta .
Chi si è trovato in albergo in questa zona ha visto il temporale, ha filmato il semi-crollo della gru, ha seguito le notizie in televisione, ma non ha vissuto la perdita di corrente, di ricezione e di acqua che c’è stata nell’altra metà di Manhattan.
Sara (mia compagna del liceo), insieme al marito Alfredo, alla bimba Bea e ai loro amici qui in vacanza, sono “solo” rimasti senza acqua calda, tutto il resto c’è. Il loro volo Alitalia è stato cancellato e l’albergo, proprio di fronte alla “famosa gru”, ha chiesto loro $500 A NOTTE nel caso volessero fermarsi più del previsto.
Visto l’arrivo di tutti i maratoneti, le camere sono salite estremamente di prezzo. Ok. Come spiegare però l’aumento del prezzo dei muffin, dai $2 “prima di Sandy” ai $4 del “dopo Sandy”? L’unica spiegazione plausibile sembra la chiusura degli Starbucks adiacenti… scandaloso!!!
Nell’Upper West Side, la vita non sembrava così diversa da quella dei giorni pre uragano, se non per la presenza di autobus sovraffolati.
I negozi erano quasi tutti aperti e i bimbi, talvolta qualche adulto, erano vestiti per Halloween. Come ogni anno, entravano ed uscivano coi loro cestelli sempre più pieni dai vari negozi… ehehehe, a New York è più facile passare da un commerciante all’altro piuttosto che bussare alle case dei privati per fare “trick or treat?” 😀
La Village Halloween Parade per la prima volta in 39 anni è stata cancellata.
Le forze dell’ordine della città solitamente impiegate per la gestione della parata sono state giustamente destinate al primo soccorso.
Prima di rincamminarmi verso casa, sono passata da uno Starbucks sulla 43rd street per ricaricare il cellulare.
Mi ero già fermata più volte alla ricerca di prese elettriche durante la giornata ed è stato divertente scambiare racconti ed emozioni coi ragazzi con cui ogni volta mi trovavo a condividere la corrente. Quasi tutti provenienti da Downtown, avevano preso il taxi verso il primo posto aperto che conoscevano dove avrebbero potuto ricaricare telefono, iPad, tablet o computer…
Alcuni di loro lavorano a Wall Street: passeranno almeno cinque settimane prima che possano tornare in ufficio perciò hanno avuto l’ordine di lavorare da casa; cioè negli Starbucks di Midtown o Uptown in cui trovano corrente.
Tutte le persone che stanno vivendo in condizioni disagiate da lunedì con cui ho parlato, si sentono fortunati per non aver subito i danni della gente sulla costa che ha perso la propria casa. Il sindaco spera di poter ripristinare l’elettricità entro il weekend.
Se anche sulle scene internazionali passa solo la tragedia (che esiste, si rispetta e che è nel cuore di tutti), i newyorkesi ci tengono a sottolineare che è falso, fuorviante e irrispettoso voler “vendere” ai media l’idea di una Katrina a Manhattan.
Per fortuna i cittadini erano stati preparati bene e chi non ha seguito i consigli del sindaco sembra ora aver imparato la lezione: riempire vasca e bottiglie con l’acqua, avere un generatore di corrente o pile, e comprare cibo non deperibile.
Nessuno pensava sarebbe davvero saltata la corrente a Manhattan, ma tutti adopereranno tali precauzioni la prossima volta… in molti pensano che in futuro si dovrà affrontare questo tipo di uragano e pioggia tropicale sempre più spesso, per via del cambiamento climatico.
Nello stesso Starbucks mi sono trattenuta a chiacchierare anche con una famiglia di italiani, Simona, Silvio, MariaPaola e Andrea. Tutti di Piacenza (anche se Andrea sta studiando in Canada) e in vacanza proprio durante l’uragano. Volo Alitalia cancellato, si sono trovati ad affrontare gli stessi disagi dei miei amici e nel loro caso hanno avuto un ottimo sostegno da parte del consolato: non erano i primi a dirmelo e sono contenta si possa dire ci sia stato un vero aiuto italiano!
Il ritorno a casa è stato quasi scioccante.
Una volta lasciate di nuovo le luci di Times Square, in cui la gente vestita partecipava alle varie feste, ho passeggiato nel buio delle strade deserte da sotto la 34th street, in compagnia di chi a tratti si univa a me. Non solo non c’erano taxi, ma il servizio degli autobus terminava a 23rd street (le luci spente erano condizioni pericolose per consentirne il traffico…) e non c’era alcun poliziotto in servizio.
Percorrere marciapiedi vuoti, bui e silenziosi, e attraversare le strade provvisti di una sola pila era creepy (faceva rabbrividire), per rimanere in tema Halloween.
Di tanto in tanto c’erano baracchini con cibo e bibite frequentati da qualcuno del vicinato, e la cosa più strana che abbia visto è stata la corrente generata da una macchina che arrivava al secondo piano di un palazzo a Chinatown… sarà stato legale?
Ho incrociato varie squadre di corridori in giro anche in notturna, provvisti di “elmetto con la pila” e di nuovo ho attraversato il ponte di Brooklyn “a luci spente” in direzione casa, anzi Sottocasa: dopo 25km a piedi, una pizza me la meritavo proprio!!! 🙂
Ciao Laura,
sono Maria Paola di Starbucks Times Square!
Spero tu stia bene…
noi siamo tornati a casa finalmente…il consolato ci ha detto che c’era la possibilità di un volo speciale per il 2, in realtà abbiamo chiamato Alitalia di notte e ci hanno detto che c’era il posto già per l’1.
Ti riconfermiamo che il consolato ci ha seguiti con email fino a casa, mentre Alitalia ha dimostrato disorganizzazione, disinteresse e a tratti vera maleducazione. Abbiamo aspettato 14 ore a Fiumicino un volo per Milano tra 1000 peripezie (e incazzature) e abbiamo assistito a scene direi imbarazzanti (delegazione di diplomatici etiopi rimasti senza bagaglio, gruppo di newyorkesi senza shuttle alle 4 del mattino). Ci siamo sentiti in terra straniera a Roma!!! Ci vorrebbe un consolato italiano in Italia!
Ti seguiamo sul tuo blog, ci ha fatto davvero piacere incontrarti.
Un abbraccio da tutta la famiglia
grazie mille Maria Paola 🙂
è stato bello avervi incontrati e aver chiacchierato con voi, buona serata e un abbraccio a tutti!!!
Complimenti per questo resoconto e si, la pizza te la sei assolutamente meritata!
Finalmente un post chiaro su come stanno veramente le cose a New York. I vari post che ho leggo sul web erano vaghi e con pochi dettagli. Grazie mille e complimenti ancora per il blog!