Il mio amico Lorenzo mi aveva suggerito di scrivere un post su come gestire il fuso orario, che a lui avrebbe fatto comodo… di ritorno ora dall’ultimo viaggio in Italia, e “fresca” di esperienza, eccomi quindi ad affrontare il “problema jet lag” 🙂
Rientrata a pieno ritmo nella mia vita newyorkese, mi rendo conto di come per me sia molto più facile adattarmi all’arrivo a New York piuttosto che a quello in Italia.
Il “segreto” per adeguarsi al più presto all’orario americano dicono sia quello di non cedere al sonno del primo pomeriggio e di resistere svegli fino a sera. Riuscire a cenare verso le 19 e andare a letto un paio di ore dopo dovrebbe facilitare il sonno fino al mattino del giorno dopo senza il rischio di ritrovarsi svegli alle 3 di notte.
Per resistere alla tentazione di dormire nel pomeriggio, potrebbe essere utile farsi una doccia come si arriva e uscire subito per una bella passeggiata: la luce naturale del sole e l’aria fresca sono ottimi alleati.
Nel mio caso, poiché mi succede spesso di partire dall’Italia dopo una notte quasi insonne (sono sempre agitata prima delle partenze) e visto che è impossibile per me dormire in aereo, non mi è quasi mai successo di seguire tale “regola“.
In generale, cerco sempre di portare con me degli snack leggeri e nutrienti da mangiare in volo per evitare il pranzo solitamente offerto a bordo… decollando al mattino, non riesco neppure a pensare di poter mangiare pasta o pollo alle 11am italiane 😉
Bevo molta acqua e té, cercando di evitare il caffè, e di solito finisco per guardare tre film e leggere fino a destinazione.
Arrivata a New York, faccio sì una bella doccia e passeggiata, ceno con qualcosa di leggero e vado a dormire al massimo per le ore 18… prestissimo: so di avere talmente tanto sonno arretrato da poter dormire fino alla mattina dopo senza problemi!
Il mio suggerimento quindi è: se avete normalmente difficoltà a dormire più di 10 ore di fila anche se stanchi, allora forzatevi a stare svegli il più a lungo prima di coricarvi, altrimenti 12 o più ore di riposo vi rimetteranno subito in sesto.
Io sono super attiva già dal giorno dopo. Provo ad andare a letto non più tardi delle 22.30-23 per i primi due giorni giusto per non strafare ma non ho segni di stanchezza durante la giornata.
Diverso è viaggiare da ovest ad est.
Dall’Italia a NY si “guadagnano” sei ore: partire alle 10am ad esempio vorrebbe dire arrivare alle 18 del pomeriggio, mentre grazie al fuso si atterra a mezzogiorno orario locale.
Da NY all’Italia solitamente si “perdono” sei ore che corrispondono ad un’intera notte di sonno: nel nostro caso abbiamo decollato alle 17 da jfk e a mezzanotte eravamo a Malpensa, orario locale 6am.
L’ideale sarebbe riuscire a dormire a bordo in modo tale da “passare la notte” in aereo per essere pronti ad affrontare un’intera giornata italiana all’arrivo.
Nel mio caso, per lo stesso motivo citato sopra, mi è impossibile dormire sull’aereo, così atterrando alle 6am mi ritrovo già ad essere sveglia da 17 ore. Invece di cedere al sonno, in questo caso mi forzo ad iniziare la giornata come se mi fossi appena alzata e vado a dormire dopo cena.
Non so quanto faccia bene al corpo rimanere svegli per così tante ore di fila, ma su di me funziona. Mi concedo poi di dormire senza mettere alcuna sveglia, finché non mi sento “ricaricata”… di solito fino al primo pomeriggio.
Dopo un intensissimo primo giorno italiano (quello dell’arrivo in aeroporto), metto in conto di rinunciare a metà giornata del secondo per poi avere la certezza di rientrare nel ritmo giusto.
Quest’anno dopo essere stata sveglia per 36 ore consecutive, ho dormito fino alle 14pm il giorno dopo l’atterraggio, eppure dopo aver passato la seconda mezza parte della giornata in spiaggia ed essere uscita a cena, ho ripreso a dormire regolarmente e a svegliarmi alle 8 del mattino successivo.