Una delle prime “gite” che ho fatto quando mi sono trasferita a New York è stata a Coney Island, dove risiede il famoso Luna Park, aperto tutto l’anno.
Abituata alle spiagge italiane e soprattutto quelle delle Cinque Terre dove ho passato tutte le mie estati da quando avevo 15 anni, mi ci è voluto un po’ a farmi piacere il posto.
Durante il giorno il posto è un po’ come tanti altri altri del genere: spiaggia affollata da locali e turisti, un sacco di polizia, una lunga fila di ristoranti fast food, e l’immancabile ombra delle giostre che girano senza sosta.
Detto ciò, una volta che ho preso in mano la macchina fotografica e ho iniziato a scattare, la storia è cambiata. Quello che mi ha affascianto, è stato come si è trasformata l’atmostfera una volta che il sole è tramontato.
Coney Island diventa quasi spettrale, un mix di risate, luci, suoni, colori, e ombre, urla, sorprese, e oscurità. Come possa un posto cambiare così tanto dal giorno alla notte mi lascia senza fiato.
Il tramonto tanto poetico lascia posto ad un’oscurità sinistra che gioca coi sensi…
Si vedono fantasmi dove non ce ne sono… O forse si?
E le luci brillano colorando le strade ormai deserte di una tinta scarlatta.
Per un’esperienza diversa, andate al pomeriggio e rimanete fino a notte, possibilmente in inverno, quando l’aria fredda fa venire la pelle d’oca, l’immaginazione gioca strani scherzi, e tutto è possibile… o quasi… (perfino un matrimonio)!