Ho conosciuto Eleonora ed Elia quasi una settimana fa, subito dopo il passaggio dell’uragando Sandy su New York. Ecco il suo racconto di come hanno vissuto loro, da turisti, questa strana esperienza 🙂
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Tiffany è chiuso, Abercrombie & Fitch ha l’ingresso bloccato con dei “fusti” (di ferro, non i machi-commessi), Bergdorf Goodman ha “scocciato” le vetrine. Il motivo? “Sorry but Sandy is coming” dice il volantino appiccicato per tutta la 5th Avenue. A sandy non piace fare shopping.
Arriva l’uragano ed io mi trovo a New York .
“Bella vacanzina” esclamo inacidita al taxista che mi recupera sabato mattina all’aeroporto di JF Kennedy, poi mi chiedo “Beh, ma mica paralizzerà tutto!?!”. Questo l’ho pensato fino a domenica 28 ottobre.
Da lunedì ho cominciato fare un elenco di cose, fatti, luoghi e persone che mi hanno fatta sentire una “Lucky Turist Girl” nel bel mezzo di un uragano.
- La mia casa-base era collocata nell’ Upper East Side, zona residenziale a nord-est di Manahattan dove Sandy è stata più clemente: la luce è rimasta per tutta la settimana, l’acqua calda idem.
- L’uragano è donna: quando ti travolge non sai mai che cosa aspettarti. Non prevedevo, per esempio, di conoscere tutte le 3 abitanti dell’appartamento newyorkese sull’87th: Patrizia (la proprietaria), Alberta (la creativa) e Paola ( la party addicted). E assaggiare una specialità ecuadoregna: un cereale che assomiglia a una piccola lenticchia, si condisce solo con un cucchiaio di olio e Blanca è bravissima a cucinarla (la quarta donna). Non mi ricordo il nome del cereale, mi perdonate?
- Ho evitato di studiarmi 26 linee di metropolitana e altrettante numeri e direzioni. Girare New York a piedi è stato molto più semplice (in verità non c’erano molte alternative). Cartina alla mano, ombrello, stivali comodi e macchina fotografica. Ma a quest’ultima ci ha pensato Elia, il mio compagno di viaggio, che ha realizzato un reportage fotografico unexpected( la foto che vedete in questo post è opera sua. Titolo: Il vento di Harlem).
- Ho visto i pompieri e i militari all’opera 24h su 24h. Tanta efficienza e presidio nella zone più colpite.
- Ho incontrato Laura, attrice e blogger di Vivere New York. Dopo un decina di tweeter, sms privati e wi fi scapestrate acchiappate al volo siamo riuscite a incontrarci davanti al Guggenheim Museum. Davanti a un muffin al cioccolato e a un vero Americano, in un Coffee shop di Lexington Avenue, abbiamo chiaccherato di tutto un po’: della sua vita a New York, di Sandy, della ricetta del caffè Americano, della manicure delle newyorkesi, della pizzeria Sottocasa gestita da suo marito. Insomma del suo vivere Vivere New York (e guai a chi lo sbaglia. Vietato dire Vivere aNew York, il senso cambia eccome. Soprattutto per Laura che va su tutte le furie, quindi se la incontrate pronunciatelo correttamente).
- Le colazioni a Le Pain Quotidiane di Madison Avenue, nel cuore di New York . Un luogo pieno zeppo di pane, briosche, marmellate, cioccolata bianca, uova alla cocque e altri mille profumi irresistibili che ti fanno sentire subito a casa. Ha l’aspetto di una tipica boulangerie francese ma con camerieri più rap (c’era pure il sosia di Snoop Dog, super!) L’arredamento è semplice ma caldo ci sono sparsi qua e là tavolini da due a da quattro posti, mensoline che reggono attrezzi di cucina e stampe di dolcetti che tappezzano tutta la stanza. Il pezzo top? Il tavolone in legno posto al centro del locale. Amatissimo dagli americani, sarà per quel strano senso di connessione libera che crea tra i commensali mentre si addentano una girella all’uvetta, si rubano il New York Times e si passano a vicenda il bric del latte.
- Gli scoiattoli a Central Park sono stati tristi da lunedì a giovedì. Venerdì è uscito il sole, gli alberi sono esplosi di colori autunnali, gli scoiattoli sono tornati a presidiare le panchine del parco, la foca marina dello zoo ha messo il naso fuori dalla vasca e i newyorkesi hanno ripreso a correre. Ma sul serio: con cani, carrozzine, mano nella mano, con pettorine professioniste (anche senza Marathon). Per i più pigri: risciò e carrozze a disposizione. Sempre corse sono no?
Fuori lista: Avviso a tutti coloro che fossero tentati dalla cotoletta alla parmigiana che cercano di spacciarti i ristoranti di Little Italy. Non accettate questa sconosciuta. Altrimenti Sandy torna, ma nello stomaco stavolta. Intesi?
Eleonora Negri, redattrice, scrive anche per il blog www.federicabrunini.com, potete seguirla anche lì 😉
Ma se avessi soggiornato nel greenwich o cmq non nell’upper sono certo che nn avresti fatto racconto così… ilare!?!
Ma gli scoiattoli fi central park li hai visti dalla strada… Ha riaperto il sabato mattina…
Ciao Marco 🙂
intervengo io, non so se Eleonora ha già visto il tuo commento ma nel frattempo mi piacerebbe aggiungere qualcosa.
Sono felice di aver pubblicato anche l’articolo di Eleonora perché l’uragano è arrivato per tutti e ognuno ne ha avuta un’impressione diversa. Qui per qualche giorno di vacanza, Eleonora ed Elia (così come tanti altri turisti che non hanno certo avuto una vacanza “tipica”) hanno vissuto una New York in difficoltà. Che sia anche solo il fatto di dover camminare invece che usare la metro o di non poter fare shopping o passeggiare nei parchi, credo che siano stati penalizzati anche loro…
Ehm, ehm, per i parchi: bastava passeggiarvi accanto per vedere gli scoiattolini, non è necessario entrarvi 😉
Con questo non volevo “far polemica”, ma solo “smorzare un po’ i toni” perché credo ci sia sempre spazio per TUTTI i punti di vista, e il bello è proprio questa differenza di esperienze.
Un abbraccio, L