Donatella mi ha scritto un’email con la sua esperienza da Bodies a cui ha aggiunto questa citazione: “…When you treat a disease, first treat the mind…” (quando curi una malattia, per prima cosa devi curare la mente). Ve la ho pubblicato così com’era. Grazie Dona!!!
–> Donatella ha anche un suo blog (in inglese), dove ha pubblicato questo stesso articolo.
Durante questa visita a New York scopro che la famosa mostra “Bodies” è qui e decido di andare a vederla.
Dopotutto è una cosa da non perdere se, come me, uno è affascinato dalla meravigliosa macchina che è il corpo umano e soprattutto se si è uno studente di medicina. Entro con un amico che medicina non la studia. Luca è il marito della mia cara amica, Laura, e lui è solo curioso di vedere cosa c’è dentro e forse un po’ apprensivo all’idea di trovarsi faccia a faccia con le nostre parti piu’ intime in tutti i sensi della parola…
Detto questo, coraggiosamente mi segue… Io sono felicissima, sarà interessante vedere le reazioni di qualcuno che i corpi non li ha mai visti così da vicino, una persona per cui la conoscienza dell’anatomia probabilmente è superficiale. Da un punto di vista medico mi raccomando anche di tenerlo d’occhio nel caso si sentisse un po’ male alla vista di certe cose… Dopotutto, nemmeno io so esattamente cosa ci aspetta all’interno.
L’entrata è spaziosa, completamente silenziosa e già lì, prima ancora di aver visto qualsiasi cosa, c’e’ un’atmosfera di trepidazione… Tra poco saremo faccia a faccia con noi stessi, nel vero senso della parola. Ci accoglie un’immagine di alcune linee luminose proiettata su un muro e un cartello ci spiega che queste immagini, che troveremo spesso lungo il percorso, sono una idealizzazione di come l’artista che ha disegnato la mostra vede le cellule dei nostri tessuti. Interessante… Io le immagino in maniera totalmente diversa…
Quello che segue sono numerose sale in cui sono esposti pezzi magnificamente preservati del nostro corpo ed esemplari di corpi interi, a cui sono stati completamente rimossi la pelle e il grasso che coprono le nostre strutture interne, in pose plastiche (ad esempio uno dei modelli ha una palla da canestro in mano e sembra stia per tirarla) emulando un movimento scelto per dimostrare una particolare funzione di un certo gruppo di muscoli.
Io rimango affascinata da questi esemplari. Non hanno niente a che vedere con i cadaveri da sezionare su cui noi lavoriamo in universita’, eppure anche questi una volta erano vivi come me…
Scopro che i corpi e gli organi in mostra sono stati conservati usando un processo che si chiama “polymer preservation” che tradotto vuol dire conservazione polimerica. La parola potrebbe mettere un po’ in soggezione ma effettivamente significa che l’acqua dei tessuti corporei è prima di tutto rimossa immergendo la parte in acetone. In seguito anche questo acetone è rimosso in una camera ad aria aspirata. Durante questa fase del processo che si chiama “impregnazione”, gli spazi nei tessuti che prima erano pieni di acetone si riempiono di silicone liquido. Alla fine, questo silicone è trattato con una sostanza speciale ed indurito. Questo processo porta finalmente ad avere un esemplare gommoso che può essere esaminato senza possibilità che si deteriori.
Mi ricordo anche di chiedere a Luca come si sente, cosa pensa della mostra… Mi risponde con un sorriso entusiasta ed un genuino interesse nella voce quando mi dice: “Trovo tutto affascinante!”
Affascinante è una parola meravigliosa, racchiude perfettamente l’essenza di quello che è il corpo umano, di quello che sappiamo di essere ma che non possiamo ancora spiegare completamente perché c’è. Siamo un mistero e c’è ancora così tanto da scoprire.
Io leggo le didascalie vicino ad ogni esemplare in mostra e aggiungo qualche particina qui e là, qualcosa che penso possa essere interessante per Luca sapere ma devo dire che la mostra è fatta molto bene e, se anche la conoscienza della nostra anatomia dovesse essere estremamante basica, tutto è spiegato nel tipo di dettaglio che serve ad una persona non affiliata al campo medico per capire ogni processo corporeo in maniera sostanziale senza mai essere noioso o troppo specifico e difficile.
La mostra è divisa in sistemi, ogni sala tratta di aspetti particolari della nostra fisiologia dal sistema muscolare e il supporto che il nostro scheletro ci dà, al sistema respiratorio e l’importanza dei polmoni con una sezione molto interessante che dimostra i danni del fumo nei nostri polmoni.
Scopro che ogni sigaretta accorcia la vita in media di 3 ore e mezza… Questo e’sufficiente per rinforzare nella mia mente l’idea che fumare uccide, letteralmente! Luca si meraviglia allo stato dei polmoni neri di un fumatore esposti, lui non fuma ed è impressionato da questo esemplare, il che mi fa sperare che un display così chiaro faccia capire alle persone il danno che si stanno auto-infliggendo (quei polmoni neri davvero rendono l’mmagine molto chiara!).
Una delle parti piu’ impressionanti della mostra è quella del sistema circolatorio. Qui la forma corporea è definita dai vasi sanguigni che sono stati riempiti di un colorante rosso o blu a seconda se fossero arterie o vene, induriti e poi tutti i tessuti intorno sono stati sciolti lasciando così solo la rete fittissima di capillari, il risultato è mozzafiato!
Perfino la parte dedicata alla nascita umana è bellissima, con esemplari di feti che vanno dalle 4 settimane fino alla completa formazione. Putroppo, come a volte succede nel nostro corpo, qualcosa va storto ed alcuni di questi esemplari sono un richiamo forte alla volatilità della nostra condizione umana.
Un cartello all’entrata di questa sala avvisa i visitatori che se non se la sentono di entrare possono passare da una porta laterale e proseguire senza vedere quella particolare area. Luca e io ci guardiamo in faccia ed entriamo e quello che ci accoglie è un display bellissimo di piccolini le cui ossa si stanno formando, la cui forma umana comincia ad apparire ed anche le cose meno piacevoli da osservare sono comunque messe in prospettiva dal miracolo che noi come corpo umano siamo. Se vi posso dare un consiglio, entrate! La mostra davvero non sarebbe complete senza questa sezione.
Ma una volta arrivati alla fine qual è il verdetto? Questa mostra probabilmente tocca le persone in maniera diversa a seconda della loro conoscienza di base dei processi umani, ma secondo me è una mostra che tutti dovrebbero andare a vedere. Troppe persone abusano il loro corpo con alcol, una dieta sbagliata, poco esercizio, droghe… Questi abusi il più delle volte sono la causa di serie conseguenze che portano a problemi che potrebbero essere evitati quali obesità, problemi di cuore, diabete, certi tipi di cancro…
Quale medico in training decisamente posso dire che al giorno d’oggi la migliore medicina che possa essere prescritta è una buona dose di educazione del corpo umano e delle sue limitazioni.
“Bodies” e’ stata creata con questo intento in mente e sia io che Luca, dal un punto medico e da un punto di una persona senza questo tipo di background, siamo d’accordo che una visita cambierà, forse radicalmente, il vostro rapporto col corpo in cui vivete ~ A MUST SEE!