È da tanto ormai che volevo parlarvi di questo regalo carinissimo che ho ricevuto per il mio compleanno (il 14 settembre… lo so, il tempo scorre troppo velocemente per potergli stare dietro! 😉 ).
A gennaio avevo scritto un articolo sul libro Eat Pray Love, di Elizabeth Gilbert da cui recentemente ne hanno tratto il film interpretato da Julia Roberts(lo avete visto?).
Elizabeth avrebbe dovuto presentare Committed (sottotitolo: “uno scettico fa pace col matrimonio”), seguito del primo libro, e solo per caso mi ero ritrovata in una video-chat su Facebook in cui lei, in video, rispondeva alle domande che i lettori le scrivevano in diretta sulla chat.
Non stavo nella pelle dall’emozione, sapendo anche che il giorno dopo l’avrei rivista dal vivo da Barnes&Nobles qui a NY, dove avrebbe presentato il suo nuovo libro.
In quell’occasione ho avuto la fortuna di conoscere (virtualmente) anche Luca Spaghetti, protagonista dell’esperienza romana di Liz (così si fa chiamare dagli amici). Luca si era collegato dall’Italia per salutare e sostenere la sua amica scrittrice.
Finita la video-chat potete immaginare la mia sorpresa nel ricevere un messaggio dallo stesso Luca Spaghetti che mi diceva di aver aprezzato le mie domande poste a Liz (alle quali lei mi aveva risposto, in parte anche in italiano!!!).
Immediatamente gli ho chiesto di “diventare mio amico” su Facebook (per questo tipo di richiesta, i newyorkesi hanno coniato la frase: “I’ll friend you” 😀 !!!) e così il giorno dopo mi ero anche ritrovata ad abbracciare fisicamente la scrittrice, perché Luca mi aveva detto di portarle il suo abbraccio!!! … recapitato.
Nel tempo io e Luca ci siamo scritti di tanto in tanto, e sapevo che sarebbe presto uscito il suo primo libro: “Un Romano per amico. Mangia, prega, ama a Roma“.
L’ho ricevuto come regalo, con tanto di dedica e di autografo, dallo stesso Luca per il mio compleanno… GRAZIE! 🙂
L’ho letto in meno di 3 giorni: leggero e frizzante mi è piaciuto un sacco!!!!!
Devo essere sincera, dal titolo, mi aspettavo raccontasse “solo” della stessa esperienza romana descritta da Liz, vissuta dal suo punto di vista, invece è una storia molto carina che mette subito positività e allegria.
Racconta della sua personale esperienza di vita, delle sue abitudini tutte italiane (anzi, romane!), e di quanto sia importante sognare ad occhi aperti.
All’inizio mi ha affascinato con i suoi racconti su Roma e dei suoi miti (tutti i miei amici romani sono super orgogliosi della loro città, e non smetterei mai di starli ad ascoltare).
Mi sono riconosciuta nel suo modo di parlare della sua città ai turisti, perché nonostante io non possa dire di parlare della MIA città con la stessa intensità di Luca, che a Roma ci è nato e cresciuto, condivido il suo stesso entusiasmo nello scrivere il blog tutti i giorni, sperando di potervi far assaporare tutto il bello che NY offre nella sua essenza, che è più di quello che si può percepire vivendola solo da turisti.
Il modo di raccontare Roma di Luca mi ha affascinato. Pur essendoci andata molte volte, spero di poterla visitare ancora con lui come guida!
A dire il vero, speravo mi svelasse più aneddoti nascosti sulla città eterna, ma ho apprezzato molto anche i racconti della sua infanzia e la condivisione dei temi a lui più cari. A parte il suo più grande complesso di chiamarsi Luca Spaghetti (è vero, forse lo ripete un po’ troppe volte; per lui dev’essere stato un vero trauma :-P), racconta delle domeniche romane passate per lo più a tavola, del calcio giocato con gli amici, della sua fede laziale, della sua passione per la musica (soprattutto dell’amore viscerale per i Beatles e per James Taylor), e della sua avventura nella Grande (e tanto ambita) America.
Solo la terza parte del libro è dedicato al suo incontro con Liz, dalla sua prospettiva, che mi ha fatto ridere e sognare.
Chiuso il libro, con un sorriso ancor più gigante di quel che ho naturalmente, mi sono ripromessa di condividere con voi queste emozioni, perché se già nel cuore avevo Liz (per il suo modo di raccontarsi e di aprirsi ai lettori), ora mi sembra di provare un sentimento di affetto anche per Luca, che spero di conoscere presto anche di persona durante il suo prossimo viaggio a NY.
La cosa più bella è che di nuovo, voltando l’ultima pagina, ti rimane addosso questa sensazione che i sogni diventano sempre realtà se ci si crede col cuore!
Grazie Luca 🙂
@Laura
Sicuramente il libro è più bello del film ma questo vale secondo me per tutti i film tratti da un libro (anche se è un film per me stupendo il signore degli anelli in versione cartacea ti da delle atmosfere impossibili da eguagliare; ma devo dire che Liv Tayler nn me la immaginavo :)).
Purtroppo ho notato che molti italiani si fermano alla sola apparenza quando si parla di USA.
A questo hanno contribuito e contribuiscono film e telefilm che sicuramente offrono una visione per lo meno “romanzata” nel bene e nel male della vita americana.
Ricordo ancora la mia prima e unica volta a NY quando per scherzara con la coppia di amici che era venuta in vacanza con noi e che nn sapeva un tubo di inglese (ve ne potrei raccontare delle belle la moglie del mio amico si fregiava di aver studiato 5 anni alla british school e sembrava totò nel film in cui cerca di parlare francese, ad esempio a Woodbury common outlet voleva un paio di slip per il marito e diceva al commesso del negozio Kalvin Clein (nn ricordo come si scrive :P) “for you, for you” invece di “for him” pensate la faccia del commesso che si vedeva una pazza che voleva “regalargli” un paioi di slip 🙂 🙂 :))
Ritorno al discorso delle apparenze nn riesco a capire come fanno certe persone a dire NY è bella o brutta stando 3 giorni e spostandosi da un posto all’altro solo in metro…
e quando gli chiedi ma sei salito sull’Empire o sei andata la museo di storia naturale (per dire quelli i primi che mi vengono in mente anche se il museo che nn ricordo come si chiama ma ci sta una parata di cavalieri mediovali a grandezza naturale e una piccola piramide dentro fa la sua bella figura) ti rispondono no c’era troppa fila 🙁 certo anche io nn sono salito sul ponte di Brooklyn ma credimi nn avevo + tempo… e cmq sono stato a Pier17 e l’ho visto al tramonto…
I luoghi comuni ammazzano ogni cosa ma purtroppo quasi tutte le persone nn vogliono “sperimentare” + il piacere della scoperta è troppo faticoso, ecco perchè il film alla fine nn è mi è piaciuto la sceneggiatura era pessima… per l’attrice ne avrei messo un altra + acqua e sapone, magari una Katie Holmes… (se mi sente mia moglie mi butta fuori casa :))
Provo a mettere l’immagine di un posto in cui sono stato per te Laura nn sarà difficile riconoscerlo.
P.s.: mi puoi dare un link dove posso trovare l’espressioni comuni dell’americano come le inserisci tu nei tuoi post? ogni volta che chiedevo cocacola without ice mi guardavano male poi dicevo direttamente no ice
@Luca
Hahahahahahaha 😀 troppo forte la tua sintesi del film!!!
Il libro è l’esperienza totale dell’autrice alla ricerca di sé stessa; un atto d’amore nei confronti solo della propria vita. Dopo il divorzio decide di spendere un anno imparando italiano (in Italia), approfondendo lo yoga (in un ashram in India) e affrontando un uomo “illuminato” che anni prima aveva già previsto il suo disastro matrimoniale (in Indonesia). È solo una “conseguenza” il fatto che trovi l’amore nel momento in cui si apre alla vita 😉
Almeno a me piace vederla così. Ed ecco che forse anche per questo, vedere il film non è stato “tremendo”, perché in ogni istante potevo rivivere l’esperienza di Liz anche nella storia superficiale e talvolta non veritiera del fim.
Per quanto riguarda i luoghi comuni, non posso che essere più che d’accordo con te. Io amo la cucina italiana, ma a NY si può trovare la cucina tradizionale di tutto il mondo. Certo, in qualche caso ormai è di pessimo livello (come purtroppo è successo a Little Italy…), ma è sempre possibile trovare cucina internazionale autentica e di alta qualità, senza considerare le bistecche 😉
ps. hai ragione, credo siate più di 3 Luca qui (in più, pure mio marito, che ogni tanto commenta, si chiama Luca)… magari potreste personalizzare il vostro profilo con un’immagine, che dici?
@Laura
Il libro nn lo ho letto ho visto il trailer del film e sembrava promettere bene… ma alla fine si parlava solo di qualcuno (la protagonista) che era in cerca del “vero” amore quello che se va bene capita forse a una persona su 2 (nn voglio essere pessimista :P).
Ma nn riesco a credere che gli americani ci vedano così… e poi diciamola tutta la nostra cucina è sicuramente superba, anzi sono certo sia la migliore al mondo, ma a me personalmente quando sono stato a NY e ho mangiato bistecche, e messicano nn mi è dispiaciuto affatto.
P.S.: ho visto che ci sta un altro Luca che scriveva prima di me dico questo per far capire che siamo 2 persone diverse.
Ciao a tutti ho molto sonno e sto per andare a lavoro (sono le 23.37 :((( )
Hai ragione Giusy, si tratta di “sincronicità” 😀
termine che mi ha spiegato l’anno scorso una mia amica americana, troppo forte!!!!
Un abbraccio!
ritiro l’ultima domanda, visto che appena ho pubblicato il commento è magicamente apparso il tuo….mi piace pensare che ci sia un pò di sintonia…..ciao bella!!!!!
il tuo entusiasmo è contagioso,è bello poter sentire attraverso il tuo racconto l’energia positiva che si sprigiona…una bella esperienza!
io sto ancora finendo di leggere il libro,film non ancora visto, te che ne pensi??
Un grosso bacione
Ciao Luca, tu avevi letto il libro?
Io me ne ero totalmente innamorata, e anch’io sono rimasta un po’ delusa dal film… ma come sempre. Devo dire che difficilmente un film riesce a conquistarmi, quando è tratto da un libro che ho amato, ma in questo caso non era poi disastroso secondo me.
Di luoghi comuni ce ne sono stati molti, sono d’accordo con te (una delle scene che ho trovato “racappricciante” è quella in cui la padrona di casa a roma spiega a Liz come riempire la vasca con l’acqua del tegame….. in centro a Roma???????? NO WAY!!!!), ma da un certo punto per me è stato interessante, perché purtroppo mette in luce il modo in cui ci vedono gli americani. Per loro, l’italia è rimasta ai film di Fellini….!!! 😀
Per quanto riguarda India e Indonesia non so, purtroppo non ci sono mai stata, ma alla fine devo dire che il film l’ho trovato leggero e superficiale, ma non pessimo. Comunque mi ha fatto trascorrere una bella serata al cinema 😉
Ciao, ho visto il film e devo dire che è veramente brutto… pieno solo di luoghi comuni sugli americani, sugli italiani e su ttue le altre 2 nazioni toccate dal film.