Alla fine dell’Ottocento, la città di New York, per affrontare la crescente immigrazione, decise di destinare Ellis Island, un’isoletta collocata proprio in mezzo alla baia, come struttura di prima accoglienza (dal 1892 al 1954, anno in cui chiuse i battenti).
Dopo anni di disuso, nel 1980 questa “sede di prima immigrazione” è stata trasformata in museo.
Più di 8 milioni di immigranti sono passati per Ellis Island nel corso degli anni, e per molti ha significato il cambiamento radicale della propria vita. Uomini che arrivavano sapendo poco o nulla di quel che l’America davvero fosse, che partivano sapendo che sarebbe stato probabilmente per sempre, che lasciavano le proprie terre e i propri affetti in vista di nuovi orizzonti, speranze, progetti, opportunità…
Non sempre purtroppo si è trattato di storie con un happy ending (a lieto fine). I più deboli (spesso i bambini e gli anziani) erano quelli che rischiavano di più la vita, e alle volte, arrivati a destinazione, non venivano legittimati a restare. Al loro arrivo, tutti venivano “accolti” in primis dai dottori, i quali avevano la responsabilità più grossa: curare gli ammalati e decidere chi avrebbe avuto il fisico giusto per poter restare (e lavorare!) e chi invece sarebbe stato curato e poi “rimandato a casa”.
Ogni volta che accompagno qualche amico sull’isola, mi ritrovo in uno stato di nostalgia, un misto di tristezza e ottimismo. Mi ritrovo ad immaginare le scene dello sbarco. La gioia del nuovo, la paura, la lunga fila di emigranti: non solo dovevano affrontare una lingua sconosciuta (l’inglese), ma anche centinaia di lingue e dialetti provenienti da tutto il mondo.
Tutti così diversi, con culture e tradizioni proprie, radici fortissime con la Patria che avevano lasciato, ma la stessa voglia di ricostruirsi una vita, e forse il fatto di poter aiutare economicamente i famigliari lasciati a casa. Alcune famiglie venivano riunite, altre ditrutte per sempre (seguendo l’audio tour, è possibile ascoltare le esperienze di alcuni immigrati, ve lo raccomando!!!).
È molto suggestivo “sbarcare dal traghetto” che porta all’isola, passando davanti alla statua della libertà che finalmente, dopo anni di restauro, è stata nuovamente aperta al pubblico!!!
Ci vuole una giornata intera per godere al massimo del museo, e quindi vi consiglio di partire al mattino presto.
I miei consigli per organizzarvi al meglio:
* Prenotate online!!! Questo vi permette di saltare la fila per comprare i biglietti (a seconda dei periodi dell’anno può essere una fila “infinita”!!!) e di “passare avanti” attraverso una corsia preferenziale nella fila di chi è in attesa di imbarcarsi… non male, no?
Selezionate il luogo della partenza: New York, Battery Park. Schiacciate il tasto “reserve with Crown ticket” (che vi consente di comprare già i biglietti anche per andare sulla corona della statua della libertà) e poi “book tickets”. Da questa pagina potrete acquistare i biglietti in base alla data e all’orario che preferite.
* Prenotate l’audio tour, c’è anche in italiano, per godervi il museo e la sua storia al 100%. È MOLTO suggestivo. Costa $8 in più, ma vi asicuro che sono ben investiti!
Il costo è di $12 per il traghetto e l’entrata al museo, $3 per andare sulla corona e $8 per l’audio tour –> $23 in tutto.
* Portatevi una giacca a vento, utile in ogni stagione per poter stare all’aperto durante il viaggio in traghetto. In inverno fa freddissimo quindi organizzatevi di conseguenza 😉
Ellis Island è una delle tappe “obbligate” per capire a fondo la vera natura dell’America e per comprendere al meglio anche la New York di oggi.
No, per andare ad Ellis Island si paga… non è che chi te lo ha suggerito si è confuso con Governors Island? Probabile.
C’è il ferry per Governors Island che così come quello per Staten Island è gratuito, e la cosa positiva è che da lì si può ammirare da una posizione di favore la statua della libertà. Ma per andare alla statua o al museo si paga anche il traghetto 😉
Ciao Laura,
Mi hanno parlato di un traghetto gratuito per ellis Island…è corretto??
Grazie
io ci andr sicuramente,tra l’altro sul sito ho trovato proprio tutti imiei lontani parenti in realtà la nonna di mio nonno che nellontano 1917 andò via per sempre da qui con le sue figlie lasciando la mamma di mio nonno qui che non le raggiunse mai…una storia bella e triste allo stesso tempo…
L’opzione che ti fa ridurre (ridurre, non evitare) è comprare i biglietti online o acquistare la New York City Pass, il carnet con 6 ingressi prepagati.
Io non ho comrpato nè i biglietti per la corona, nè quelli per salire sulla base delle statua. A mio avviso è sufficiente arrivare sull’isola e farci un giretto.
Io avevo preso il battello sulle 9 circa: la mattina è andata da Statua e Ellis Island poi il pomeriggio in giro per il financial district e zona dell’ex porto. Spero di esserti stata utile. Altrimenti mi puoi contattare anche tramite il mio blog. Ciao!
Per cui, se ho capito bene, a prescindere dai pareri su quanto valga la pena salire sulla corona, ho capito che sicuramente conviene perchè fa evitare la coda????
Io andrò a nyc nel perido di capodanno, cosa dite prendo i bilgietti per la corona?
meglio la mattina o la corsa delle 2pm?
Grazie
Ciao. Ellis Island è uno dei posti che vorrò visitare e di cui si dovrebbe parlare di più qui in Italia quando, citando il libro di Stella, “Gli albanesi eravamo noi”.
Ho scoperto il tuo blog tramite Clio e mi è tornato subito utile. Il sito airbnb è una dritta.
Ora sto cercando un volo per metà Agosto: alla ricerca della combinazione più economica…. dura! 🙁